Le comunità di cacciatori-raccoglitori del Mesolitico.

La sezione Archeologica

Dai milioni di anni si passa alle migliaia entrando nella sezione archeologica, che si snoda in una serie di sale dedicate al Mesolitico (11.600 – 7.500 anni fa). Un pannello sulla parete di sinistra introduce l'argomento fornendo un inquadramento generale sul sito archeologico in quota di Mondeval de Sora (2.150 m s.l.m.). Qui sono stati documentati i resti di capanne, con una sequenza di strati archeologici contenenti non solo strumenti in selce lavorata, ma anche resti di pasto (ossa) di animali cacciati e carboni pertinenti ai focolari.
Una delle due vetrine presenti nella sala illustra le caratteristiche dell'ambiente e dell'economia di sussistenza praticata dall'Uomo cacciatore-raccoglitore del Mesolitico. La seconda vetrina, sulla parete opposta, ospita tre pannelli dedicati alla conca di Mondeval de Sora, al nomadismo stagionale nel territorio alpino e alla tecnologia litica, nonché due plastici di carattere ambientale e una selezione di strumenti in selce lavorata.

Nella parete di fondo un accurato diorama, integrato da un supporto audio, ricostruisce alcuni aspetti della vita e delle attività condotte in una capanna mesolitica, ricavata sotto un riparo, sulla base dei dati desunti dallo studio scientifico del sito di Mondeval de Sora.

Procedendo nel percorso archeologico seguono due sale: la prima ospita gli oggetti del corredo funerario ritrovati nella sepoltura del cacciatore mesolitico, divenuto famoso come "Valmo - L’Uomo di Mondeval". Tali reperti sono di rara bellezza ed enorme importanza sia per conservazione che per qualità e quantità (circa 60 oggetti): tra questi spiccano un accurato arpione da pesca, una serie di denti canini atrofici di cervo (forati ed utilizzati probabilmente per una collana), grandi lame di selce di circa 10 cm di lunghezza e lamelle di piccole dimensioni realizzate con tecniche di lavorazione molto sofisticate.

La seconda sala, alla fine di questo percorso, è ambientata suggestivamente: la luce si affievolisce lasciando spazio ad un cielo stellato e, in una scenografia mozzafiato, spicca lo scheletro originale dell'Uomo di Mondeval. Conservatosi straordinariamente integro, si trova all'interno di una teca pavimentale opportunamente climatizzata, riproducente quella che è la sepoltura antica ritrovata a quota più elevata d'Europa. Anche qui la visita è agevolata da un utile supporto audio e da particolari luci che evidenziano il corredo funerario. A concludere il percorso archeologico si trova un video che ricostruisce la probabile fisionomia dell'Uomo di Mondeval sulla base delle caratteristiche del teschio.

Un cacciatore tra gli ultimi rappresentanti del tipo Cro-Magnon.

Valmo, l'uomo di Mondeval

Durante una campagna di scavo archeologico promossa da una segnalazione di Vittorino Cazzetta, a Mondeval de Sora a 2.150 metri di quota, nel Comune di San Vito di Cadore, venne alla luce nel 1987 una sepoltura mesolitica. Sotto un riparo formato da un masso erratico, un cacciatore mesolitico vissuto circa 8.000 anni fa venne sepolto con tutto il suo ricco corredo.

La perfetta conservazione dello scheletro e di altri reperti organici è già un fatto eccezionale, unico per la quota, quando normalmente si conserva solo la selce o pochi altri materiali. Il ricco corredo e i resti di pasto hanno dato risposte a molti interrogativi sui cacciatori mesolitici, dei quali fino agli anni '80 la frequentazione dell'alta montagna era ancora sconosciuta.

Lo studio degli oggetti di corredo ha permesso di ricostruire l'organizzazione sociale e il simbolismo legato ai riti funerari, evidenziando come le tecniche di scheggiatura sofisticate potessero promuovere lo sviluppo di specialisti e nuovi indicatori di prestigio sociale.

Lo scheletro è ancora oggetto di studi scientifici volti a una maggior conoscenza del modo di vita di questi cacciatori-raccoglitori. Le successive scoperte della sepoltura di Val Rosna e della mummia del Similaun hanno confermato la presenza e frequentazione tutt'altro che sporadica nell'arco alpino da parte degli Uomini preistorici, rendendo Mondeval de Sora un sito chiave per comprendere le strategie di occupazione e sfruttamento delle aree montane durante l'Olocene antico.

scheletro mondeval valmo museo vittorino cazzetta
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